GROWL in Italy

Welcome to the grind

Category: ** Live Reports ** (page 2 of 5)

The Modern Age Slavery live al Zona Roveri

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OVERTURES

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Al GO4ROCK di Gorizia abbiamo avuto l’occasione di assistere al concerto degli Overtures, nuove promesse di matrice goriziana che, grazie al loro heavy/power metal graffiante, hanno saputo riempire l’area dell’ex mercato goriziano. Prima della loro salita sul palco ricordiamo che si sono esibiti: LoveLace, Escape, EstWind.

Il setlist degli Overtures:
The Maze Under the northern star Of Nightmares Delirium Empty trails You can’t spit on me Drum Solo Here we fall A different point of view
Fly Angel The Oracle

Foto a cura di: Nina Ramirez

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AGNOSTIC FRONT

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Le foto del concerto degli Agnostic Front a Cavallino di Jesolo (Venezia) il 18 luglio, curate dal nostro Sparta Photography!

 

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KILL THE KLOWN

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Eccovi il bellissimo report fotografico a cura di Sparta/Photography della serata live, al Garage Club di San Martino di Lupari (PD) del primo dicembre 2012, degli esplosivi Kill the Klown, band underground padovana/vicentina con quel giusto spirito core/thrash senza compromessi ed una grinta da pella d’oca! m/

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INTO DARKNESS: PAIN+MOONSPELL+SWALLOW THE SUN

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Report & credit pics: Marta Sky Beretta 
INTO DARKNESS
PAIN + MOONSPELL + SWALLOW THE SUN
LAKE OF TEARS + SCAR OF THE SUN

E’ l’Estragon di Bologna ad ospitare l’unica tappa italiana del tour “Into Darkness”, interessante festival che vede riuniti sullo stesso palco Pain, Moonspell, Swallow the Sun, Lake of Tears e Scar of The Sun. All’inizio dello show, attorno alle 19, il pubblico è ancora poco presente e un po’ freddo quando i greci Scar of The Sun, al loro debutto con il primo full length sotto l’etichetta italiana Scarlet Records, aprono le danze. La loro proposta di un metal classico scevro di tecnicismi e particolare originalità non scatena un entusiasmo sfrenato da parte dei pochi presenti, nonostante la band ci metta energia e buona volontà, con il frontman che parla un italiano perfetto, ma dimentica per due volte di trovarsi a Bologna e non a Milano, suscitando una certa ilarità! 

Seguono dopo un rapido cambio palco gli svedesi Lake of Tears, la cui proposta musicale può  accostarsi a nomi ben più noti come Tiamat e Sentenced, accolti con maggior convinzione dal pubblico sebbene funestati dal alcuni problemi tecnici a chitarra e basso. I brani proposti pescano dal loro vasto repertorio, con 8 album all’attivo e una carriera ormai quasi ventennale alle spalle, tra cui ricordiamo i più recenti “Taste of Hell” e “Illwill” e la divertente “Boogie Bubble” che scalda il pubblico che inizia a farsi più numeroso in sala.

 Il salto di qualità avviene con i successivi Swallow The Sun, formazione già nota agli amanti di sonorità doom/goth. Una nebbia azzurra e fredda accoglie la formazione on stage, glaciale nella sua perfezione e irrefrenabile nella sua potenza. Vengono proposti sia brani più rodati come  che alcuni più recenti tratti dal loro ultimo “Emerald Forest and the Blackbird”. L’esibizione è pulita, potente, coinvolgente e di grande impatto, come si evince dall’ottima risposta del pubblico.  Sarebbe bello poterli rivedere ancora nel nostro paese con più tempo a loro disposizione e ci auguriamo sia possibile! 

Il momento più atteso dalla maggioranza del pubblico, che nel frattempo si è fatto molto numeroso ed impaziente, arriva quando nella sala risuonano le prime inquietanti note dell’intro di “Axis Mundi”, opener dell’ultima fatica discografica dei portoghesi Moonspell. Cadono le tenebre e l’entusiasmo del pubblico è alle stelle quando il quintetto lusitano da inizio al proprio superbo show. Luci e suoni perfetti, chitarre potenti supportate da una sezione ritmica inarrestabile costruiscono un muro di suono sul quale il frontman e anima della band Fernando Ribeiro, calzando per la prima song un elmo romano,  infiamma gli animi di un pubblico che riversa sulla band lo stesso fiume di energia che li investe dal palco. L’accoglienza è perfetta e la band lo percepisce, regalando con energia e passione i vecchi classici come la sulfurea “Opium”, l’oscura “Awake”, la tenebrosa “Vampiria” insieme a nuove composizione come la travolgente “Alpha Noir”, la furiosa “Licanthrope” e l’avvincente “Em nome do Medo” cantata in portoghese a squarciagola da tutti i presenti, e il pubblico non sembra averne mai abbastanza. La band è in forma smagliante e non si risparmia, chiudendo lo show in un crescendo con l’inno “Alma Mater” e la decadente magia di “Full Moon Madness”. Sarebbe davvero tempo per questa band di calcare i nostri palchi con un tour da headliner, perché la setlist composta da appena una decina di canzoni è davvero volata!

Chiudono la serata gli headliners Pain, che si presentano onstage con grande carisma e professionalità, con una scenografia davvero meritevole, sound compatto che ha un buon impatto sul pubblico. Il genere proposto è ricco di contaminazioni elettroniche e il pubblico accoglie con buon entusiasmo saltando, pogando e ballando! La professionalità  e l’ottima attitudine live danno energia ad uno show che per genere proposto ha poco a che spartire con le band che li hanno preceduto e forse, in mia opinione, l’accostamento nel bill non è stato dei più riusciti ma la band capitanata da Peter Tägtgren da vita ad uno show di buon livello, partendo con “Same old song” seguita da “I’m going in” e dalla super-catchy “Monkey Business”, mentre “On and On” fa ballare la folla, fino alla conclusiva “Shut your mouth”. Sulle note dell’outro sinatriano “My Way”  la band saluta il proprio pubblico e conclude in bellezza una serata decisamente riuscita, anche grazie alla gentilezza delle band che a termine show si sono rese a lungo disponibili per incontrare i fans fuori dal locale. Visto il successo e la buona partecipazione di pubblico, speriamo che il nostro paese possa di nuovo ospitare presto eventi di questo calibro!

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ANATHEMA

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 Report by Carme
Credit pics Marta Sky Beretta

ANATHEMA
Teatro Le Serre (TO) 15 OTTOBRE 2012


Quando arriviamo nel pomeriggio al Teatro Le Serre di Grugliasco, Torino, che in serata ospiterà gli inglesi Anathema e gli italianinissimi opener Artic Plateau, già troviamo un gruppo di fan davanti alle porte che inganna l’attesa dell’apertura divertendosi a cantare i pezzi della band di Liverpool, accompagnati da una chitarra acustica suonata con ottima tecnica da un giovane ragazzo. Dopo il soundcheck gli Anathema escono, li vedono e li applaudono divertiti, ringraziandoli e promettendo che lo show sarà eccezionale… e avranno ragione! Dopo una buona prestazione a livello tecnico/musicale da parte degli Artic Platou, che si rivelano essere purtroppo un po’  statici sul palco, il pubblico inizia ad inneggiare agli headliners. Salgono sul palco accompagnati dalle note dell’intro “Round and Round” dei Pink Floyd e subito inizia lo show con l’ultima “Untouchable Part 1” e “Part 2”, splendidamente cantata dalla ormai membro a tutti gli effetti Lee Douglas. I brani a seguire attingono dall’ultimo nato in casa Anathema, Weather Systems e dal precedente full length con brani come “Thin Air”, “Dreaming Light” e “Everything”. L’energia che la band riversa sul pubblico viene ricambiata con altrettanto entusiasmo dai numerosi fan presenti nella struttura, ed è subito chiaro che si tratterà di un’esibizione impeccabile, in cui le emozioni e l’energia saranno il carburante di una band ormai artisticamente matura e consapevole del valore della propria arte e dell’affetto dei propri fan.Non mancano brani più storici come “Deep”, “Emotional Winter” e “Wings of God” che scatenano l’entusiasmo e la partecipazione dei presenti, prima di tornare alle ultime “A Simple Mistake”, “Lightning song”, la futuristica e complessa “The storm before the calm”, “The beginning and the end”, introdotta dalle parole di Danny che presenta il nuovo tastierista Daniel Cardoso come uno dei musicisti più grandi e talentuosi con cui abbia avuto l’onore di lavorare, e “Universal” sono un crescendo di emozioni. La band guidata da un Vinnie Cavanagh ispirato e pieno di energia e da un impeccabile Danny Cavanagh ci regala un finale pieno di pathos con “Closer”, “A Natural Disaster” e “Flying” cantate a gran voce dai fan! C’è tempo per un bis, affidato all’intimistica “Internal Landscapes” e all’inno “Fragile Dreams” che conclude l’esibizione di una band ormai al vertice della propria carriera, capace di fondere mirabilmente passione e tecnica, trasporto e precisione esecutiva, dimostrando che il coraggio di cambiare per evolversi e maturare è ripagato dai fan che hanno saputo cogliere con sensibilità la vera camaleontica natura di questa meravigliosa realtà che sono gli Anathema.Quando la maggior parte del pubblico lascia il teatro “Le Serre”, i fan più irriducibili si fermano all’esterno della struttura per tributare un ultimo saluto alla band, continuando l’unplugged pre-concerto e, all’improvviso, un divertito Danny Cavanagh sbuca dal teatro e si unisce ai presenti (raccolti al freddo e al buio davanti all’ingresso) cantando e poi suonando alcuni brani (ricordiamo “Wish you were here”, “Eleanor Rigby”, “The blower’s daughter” e la sua preferita, l’intramontabile “Stairway to Heaven”), deliziando i fan con un’ulteriore e inaspettata esibizione spontanea e ispirata, ma come sempre caratterizzata da grande precisione e passione. L’energia e la voglia di divertirsi e fare musica non abbandona il grande artista che è ormai diventato Danny, anche dopo quasi due ore di concerto, e se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio sulla disponibilità e signorilità del maggiore dei fratelli Cavanagh non poteva trovare risposta migliore!

 


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DOUGH ALDRICH & STEAM ROLLER

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Report & Credit pics: Omar Lanzetti

 Dough Aldrich con Steam Roller
        

     Magazzini Musicali Merula

      Roreto di Cherasco (CN) – 11/10/2012


clicca per tutto il report:

Questa è la prima delle due date in programma in Italia per gli Steam Roller, band capitanata da Dough Aldrich alla chitarra (Whitesnake, Dio), Michael Devin al basso(Whitesnake) e voce e alternandosi alla batteria Brian Tichy (Whitesnake) e Joe Travers (Zappa plays Zappa) La seconda data in Italia, quella di Bologna in programma il 12/10/2012, chiuderà il loro Tour Europeo. Partecipare all’evento è stata davvero un’esperienza fantastica in quanto per ben 2 ore (passate ahimè in un lampo) si è assistito ad una sessione di Hard Rock Blues davvero eccezionale e coinvolgente . Dough, Michael e Joe hanno intrattenuto il pubblico con la loro musica eseguita all’insegna del divertimento e della passione che gli accomuna per questo genere musicale . Perfette le esecuzioni di alcuni  evergreen come “Smoke on the Water” “I Shot the sheriff” e “Wanton Song”. Da sottolineare la disponibilità con la quale la band si è concessa al pubblico alla fine dell’esibizione con un simpatico siparietto nel quale Dough, una volta terminato il concerto, si è sfilato la sua Gibson mettendola al collo di una giovane ragazza presente davanti il palco.

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ENSIFERUM “BEARERS OF THE SWORD TOUR 2012”

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Report & Credits Pics: Omar Lanzetti

ENSIFERUM
“BEARERS OF THE SWORD TOUR 2012”
Rock n ‘roll Arena . Romagnano Sesia (NO)

Ci avevano lasciati a giugno a Milano con la promessa di ritornare presto a farci visita . Gli ENSIFERUM ( termine latino che significa letteralmente “Portatore di Spada” ) hanno mantenuto la loro parola ed hanno fatto ritorno in Italia con il “Bearers Of The Sword Tour 2012 “ con un’unica data al Rock’n’Roll Arena di Romagnano SesiaI finlandesi portano con se  le loro influenze epico-medievali ed il loro folk-viking metal seguiti da un orda di fedeli “sudditi” che gremisce la sala del Rock’n’Roll Arena. Ma andiamo con ordine. Sono circa le 20 e mezza quando si aprono le danze con  i PROFANE OMEN, band groove metal finlandese che funge da buon apripista alla serata. Seguono alle verso le 21 e mezza gli AMORAL, le cui influenze musicali spaziano a 360° miscelando generi diversi, sicuramente un metal sperimentale compatto e di bell’impatto. La band scalda parecchio l’ambiente invitando gli astanti a qualche mosh-pit. Buona l’esecuzione dei pezzi heavy-metal, un po’ meno convincenti quelli in chiave death.

Tutto il report fotografico è on line qui:

Alle 22 e mezza in punto salgono, gli ormai attesissimi ENSIFERUM, l’arena è ormai gremita dai fan sui cui volti capeggiano i caratteristici segni vichinghi dei loro beniamini. Per quasi 2 ore Petri Lindross e soci, propongono al loro pubblico alcuni dei nuovi brani tratti dalla loro ultima fatica discografica “Unsung Heroes” come “Pohjola” e “In My Sword I Trust” ma non mancano certo i classici come “From Afar”, “Blood Is The Price Of Glory” e “One Magic Potion”. Decisamente una bella serata, e gli Ensiferum sono di certo tra le band che nonostante i 17 anni di carriera alle spalle, non sentono ancora i segni del tempo e la loro musica è ancora viva e dedita a far brillare gli occhi agli astanti all’insegna del buon metallo!

Ensiferum . Setlist:
01. Symbols
In
02. In My Sword I Trust

03. Guardians of Fate

04. From Afar
05. Burning Leaves
06. Pohjola
07. Heathen Throne
08. Blood is the Price Of Glory
09. One More Magic Potion
10. Hero in a Dream
11. Unsung Heroes
12. Iron
Encore:
13. Twilight Tavern
14. Lai lai hei
15. Battle Somg
16. William Tell Overture Finale

Tutto il report fotografico è on line qui:
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SOULFLY – MAXIMUM CAVALERA TOUR 2012

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Report a cura di: Zimon
Credits Pics: Nina Ramirez
SOULFLY + INCITE + LODY KONG
“MAXIUM CAVALERA TOUR 2012”
New Age Club (Roncade-Treviso)

Il 23 settembre scorso il New Age club ha aperto le porte alla nuova stagione di concerti 2012/2013, e l’ha fatto con il botto. Per l’ennesimo anno consecutivo tornano a calcare il palco del club trevigiano i Soulfly, con un tour d’eccezione intitolato “Maximum Cavalera Tour” un tour che vede protagonista la famiglia Cavalera, e per la prima volta a dividere il palco con Maxe soci, vediamo e sentiamo, i “Lody Kong” giovane gruppo che vede Zyonalla batteria e Igor alla voce/chitarra, i due figli piu’ giovani di Maxe Gloria, e come secondo special guest della serata gli Incite, band capitanata da Richie, il figlio più grande e fratello dello scomparso Dana.Verso le 21.30, in una sala ancora vuota data l’ora, sale sul palco il primo gruppo, i Lody Kong, band poco conosciuta alla massa, che in circa mezzora di show, caratterizzato da un suono non proprio perfetto, propone un mix tra punk e metal abbastanza anonimo, unica nota positiva Zyon alla batteria, con un drumming molto aggressivo e d’impatto, ma che come il resto della band deve crescere soprattutto in fase di songwriting. 
LODY KONG – SETLIST:
01. MONKEYS
02. CRAZY JOE
03. DISCONNECTED
04. EARTH IS YELLOW
05. BLOODY TOY BOATS
06. RUMSFIELD
07. COOKIE DOUGH
08. SMASSHED
09. BONE DIGGA
10. DREAMS AND VISIONS

Tutto il report fotografico è on-line qui:

Dopo la loro esibizione fa un po’ strano pensare che, alla loro eta’ circa, il padre Max ha scritto album come Morbid Vision o Schizophrenia. Il locale comincia a riempirsi, e con un cambio palco veloce e’ l’ora degli Incite, band che abbiamo gia’ avuto modo di vedere live, sempre di spalla ai Soulfly,nei concerti precedenti a questo. Dal punto di vista d’ impatto scenico Richie e soci sono cresciuti molto, dalla prima volta che li abbiamo visti, ma anche loro alla lunga, rimangono un gruppo con una proposta musicale abbastanza anonima, pur avendo un proposta che ben s’accompagna con la moda death del momento. Aspettiamo tutte e due gli special guest alla prova del nove con i loro lavori in studio futuri, e vedremo se sono all’altezza del cognome che portano. 
INCITE – SETLIST:
01. DOWN AND OUT
02. TYRANNY’S END
03. NOTHING TO FEAR
04. END RESULT
05. FEEL THE FLAMES
06. HOPELESS
07. THE AFTERMATH
08. DIE ALONE
09. THE SLAUGHTER
10. ARMY OF DARKNESS

Tutto il report fotografico è on-line qui:

Il palco viene liberato dalla strumentazione degli special guest, la bandiera del brasile che copriva la batteria viene tolta, i tecnici preparano in tutto e l’asta del microfono di Max con le catene appese domina il centro del palco. La luce viene abbassata lentamente e l’intro “Resistance” scandisce l’inizio dello show. Gli headliner della serata uno ad uno entrano in scena, per ultimo entra Max che prende posizione con le corna alzate al cielo dando inizio allo spettacolo con “World Scum“, tratta dall’ultimo lavoro “Enslaved“. Già dalle prime canzoni notiamo un Max Cavalera non al top della sua forma fisica, forse già da troppi anni ormai, abbastanza invecchiato e appesantito, e con la voce abbastanza lontana al vecchio ruggito d’un tempo, ma che, anche se ormai è solo l’ombra del guerriero che fu, lo si ritrova sempre sul palco imperterrito a sudare e a combattere per la propria musica. A sostenerlo sul palco alla chitarra solista ritroviamo l’ormai suo braccio destro Marc Rizzo, ed a completare la line-up alla sezione ritmica vi è alla batteria David Kinkade, già batterista dei norvegesi Borknagar, e al basso/seconda voce Tony Campos, già bassista e voce di Static-X e Asesino. La setlist della serata comprende i vecchi cavalli di battaglia dei Sepultura, sempre ben accolte dal pubblico, come: “Refuse /Resist”, “Troops of Doom”, “Arise”, “Territory”, e L’immancabile “Roots Blood Roots”, canzoni dai vari album della band come: “Blood Fire War Hate“, “Frontlines“, “Prophecy”, “Back to the Primitive“, “Defeat u“, introdotta dal ringraziamento di Max ai fan per l’affetto ed il supporto in questi anni, essendo il 2012 l’anniversario dei 15 anni di vita della band, passando poi ad “Eye For an Eye” la prima canzone del loro album omonimo del lontano 1998, il tutto intervallato da stecchetti musicali di cover di vecchi classici del metal come “Iron Man” dei Black Sabbath e “Walk” dei Panterao dalle solite frasi “colorite” sempre apprezzate dal pubblico italiano. Poche sono state le canzoni tratte dall’ultimo lavoro in studio della band “Plata o Plomo“, dove troviamo Tony Campos alla seconda voce, che con la sua potenza vocale, quasi copre le parti vocali di Max. Con “RevengeanceMax, il vecchio guerriero con la sua immancabile tenuta mimetica, per l’occasione chiama sul palco la sua famiglia, i giovani guerrieri della sua tribù, dietro le pelli Zyon, e alle seconde voci Richie e Igor. Tutto sommato un bello show che come al solito non da un momento di tregua, e anche se il pubblico non era quello delle grandi occasioni, ha fatto il proprio dovere rispondendo con circle pit e stage diving alle continue incitazioni del frontman brasiliano.
SOULFLY – SETLIST:
01. WOLRD SCUM
02. BLOOD FIRE WAR HATE
03. REFUSES RESIST
04. EXECUTION STYLE
05. FRONTLINES
06. PROPHECY
06. PRIMITIVE
07. DEFEAT U
08. DOWNSTROY
09. INTERVENTION
10. ARISE
11. TROOPS OF DOOM
12. TERRITORY
13. PLATA O PLOMO
14. REVENGENCE
15. ROOTS
16. JUMP / EYE FOR AN EYE

Tutto il report fotografico è on line qui:

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W.O.M Festival 2012 le foto dei Kill the Klown!

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Sul nostro weebly on line il nostro report fotografico dei Kill the klown dell’evento W.O.M Festival 2012 a Piombino Dese del 15 settembre  a cura della nostra Nina Ramirez Art. Enjoy! m/

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